L’elettrostimolazione del nervo vago permette di porre rimedio a tante patologie, come l’epilessia, l’insufficienza cardiaca, la depressione e altre ancora.
Potrebbe già venirti un dubbio: ma è vero ciò che stiamo dicendo?
Noi rispondiamo di sì e le nostre parole sono supportate dai fatti, già negli anni 90′ la stimolazione del nervo vago ha portato alla cura dell’epilessia (negli Usa) e agli inizi del duemila questa applicazione è stata usata per trattare la depressione.
Ma quando è stata utilizzata per la prima volta e come?
Il primo soggetto che si sottopose alla stimolazione del vago fu un’istruttrice di fitness chiamata fittiziamente Kathrin. La donna per sei volte al giorno mise un magnete a contatto con la pelle sotto la clavicola. Così facendo avveniva una vibrazione di circa 60 secondi, rendendo la sua voce tremula.
Ma qual è il compito di questo magnete?
Di certo non quello di far venire la voce tremula, ma il suo vero compito era quello di attivare un dispositivo sottocutaneo che a sua volta emetteva degli impulsi elettrici che avevano il compito di stimolare il nervo vago.
Cos’è il nervo vago?
È un nervo cranico che parte dal midollo allungato per poi, attraversando il foro giugulare, arrivare fino all’addome e al torace. Questo nervo è coinvolto in numerose funzioni involontarie, come il battito cardiaco, i movimenti intestinali e nella produzione di succhi gastrici.
Perché stimolare proprio il nervo vago? Qual è il vantaggio che se ne trae?
Secondo il chirurgo di New York, Kevin Tracey, il nervo vago è il tramite perfetto (viste le sue funzionalità) per connettere il sistema immunitario con quello nervoso e che, stimolando proprio questo nervo, si ha la possibilità di curare alcune malattie autoimmuni (ovvero patologie che nascono per un malfunzionamento del sistema immunitario).
Questo trattamento ad oggi gode di più crediti rispetto al passato, non a caso le case farmaceutiche stanno già acquistando gli elettroceutici.
Cosa sono gli elettoceutici?
Proprio dei dispositivi che hanno il compito di regolare l’attività dei nervi.
Abbiamo lasciato però un argomento in sospeso: la signora Kathrin perché ha iniziato ad utilizzare la stimolazione del nervo vago?
Ha iniziato ad usarlo per contrastare l’artrite reumatoide, una patologia autoimmune che porta alla distruzione della cartilagine intorno ai tessuti e alle articolazioni. Come tutte le malattie autoimmuni, anche l’artrite reumatoide è incurabile ma Kathrin riesce a conviverci utilizzando proprio la stimolazione del nervo vago.
In Italia (e non solo) non tutti i centri specialistici eseguono questa elettrostimolazione.
Elettrostimolazione del nervo vago con dispositivi invasivi e non!
Per effettuare l’elettrostimolazione del nervo vago possono essere utilizzati dispositivi invasivi e non.
I primi vanno quindi impianti nel corpo (solitamente sotto la zona clavicolare) e vengono collegati al nervo tramite gli elettrocateteri. Questi dispositivi permettono di trattare patologie come ad esempio l’epilessia, l’obesità, il diabete o l’insufficienza cardiaca.
Tuttavia un prodotto inserito all’interno del corpo può anche essere oggetto di rigetti da parte del nostro organismo, per questo gli studi si stanno focalizzando sulla creazione di dispositivi non invasivi. Ancora però siamo in una fase sperimentale.
L’articolo si conclude qui, ma se interessato puoi leggere altre pagine informazionali presenti nel nostro blog.